Alle ore 12, dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro, il Santo Padre Francesco ha rivolto ai fedeli presenti in piazza San Pietro e a quanti lo ascoltavano attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione il Messaggio Pasquale di cui ha dato lettura S.E. Mons. Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie.
Pubblichiamo di seguito il Messaggio Pasquale del Santo Padre:
Messaggio del Santo Padre
Cristo è risorto, alleluia!
Fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore a cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.
Dal sepolcro vuoto di Gerusalemme giunge fino a noi l’annuncio inaudito: Gesù, il Crocifisso, «non è qui, è risorto» (Lc 24,6). Non è nella tomba, è il vivente!
L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno.
Sorelle e fratelli, specialmente voi che siete nel dolore e nell’angoscia, il vostro grido silenzioso è stato ascoltato, le vostre lacrime sono state raccolte, nemmeno una è andata perduta! Nella passione e nella morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male del mondo e con la sua infinita misericordia l’ha sconfitto: ha sradicato l’orgoglio diabolico che avvelena il cuore dell’uomo e semina ovunque violenza e corruzione. L’Agnello di Dio ha vinto! Per questo oggi esclamiamo: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale).
Sì, la risurrezione di Gesù è il fondamento della speranza: a partire da questo avvenimento, sperare non è più un’illusione. No. Grazie a Cristo crocifisso e risorto, la speranza non delude! Spes non confundit! (cfr Rm 5,5). E non è una speranza evasiva, ma impegnativa; non è alienante, ma responsabilizzante.
Quanti sperano in Dio pongono le loro fragili mani nella sua mano grande e forte, si lasciano rialzare e si mettono in cammino: insieme con Gesù risorto diventano pellegrini di speranza, testimoni della vittoria dell’Amore, della potenza disarmata della Vita.
Cristo è risorto! In questo annuncio è racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che non è fatta per la morte ma per la vita. La Pasqua è la festa della vita! Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga! Ai suoi occhi ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare.
Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti!
In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio!
Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest’anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s’irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero. Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!
Preghiamo per le comunità cristiane in Libano e in Siria che, mentre quest’ultimo Paese sperimenta un passaggio delicato della sua storia, ambiscono alla stabilità e alla partecipazione alle sorti delle rispettive Nazioni. Esorto tutta la Chiesa ad accompagnare con l’attenzione e con la preghiera i cristiani dell’amato Medio Oriente.
Un pensiero speciale rivolgo anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie “prolungate” del mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo.
Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura.
In questo giorno di festa pensiamo al Caucaso Meridionale e preghiamo affinché si giunga presto alla firma e all’attuazione di un definitivo Accordo di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che conduca alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione.
La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell’adoperarsi per evitare l’acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della Regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti.
Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e conforto alle popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan, e sostenga quanti soffrono a causa delle tensioni nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella Regione dei Grandi Laghi, come pure i cristiani che in molti luoghi non possono professare liberamente la loro fede.
Nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui.
Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo. La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana.
In questo tempo non manchi il nostro aiuto al popolo birmano, già tormentato da anni di conflitto armato, che affronta con coraggio e pazienza le conseguenze del devastante terremoto a Sagaing, causa di morte per migliaia di persone e motivo di sofferenza per moltissimi sopravvissuti, tra cui orfani e anziani. Preghiamo per le vittime e per i loro cari e ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le attività di soccorso. L’annuncio del cessate-il-fuoco da parte di vari attori nel Paese è un segno di speranza per tutto il Myanmar.
Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le “armi” della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!
Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità.
E in quest’anno giubilare, la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici!
Cari fratelli e sorelle,
nella Pasqua del Signore, la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello, ma il Signore ora vive per sempre (cfr Sequenza pasquale) e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto, in cui non si udranno più fragori di armi ed echi di morte. Affidiamoci a Lui che solo può far nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5)!
Buona Pasqua a tutti!
[00492-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Le Christ est ressuscité, alléluia!
Frères et sœurs, joyeuses Pâques!
Aujourd’hui, l’Alléluia résonne enfin dans l’Église, se répercutant de bouche en bouche, de cœur à cœur, et son chant fait couler des larmes de joie dans le peuple de Dieu du monde entier.
Du tombeau vide de Jérusalem nous parvient l’annonce sans précédent: Jésus, le Crucifié, «n’est pas ici, il est ressuscité» (Lc 24, 6). Il n’est pas dans le tombeau, il est vivant!
L’amour a vaincu la haine. La lumière a vaincu les ténèbres. La vérité a vaincu le mensonge. Le pardon a vaincu la vengeance. Le mal n’a pas disparu de notre histoire, il restera jusqu’à la fin, mais il n’a plus le dessus, il n’a plus de pouvoir sur ceux qui accueillent la grâce de ce jour.
Sœurs et frères, surtout vous qui êtes dans la souffrance et l’angoisse, votre cri silencieux a été entendu, vos larmes ont été recueillies, pas même une seule n’a été perdue! Dans la passion et la mort de Jésus, Dieu a pris sur lui tout le mal du monde et, dans son infinie miséricorde, il l’a vaincu: il a déraciné l’orgueil diabolique qui empoisonne le cœur de l’homme et sème partout la violence et la corruption. L’Agneau de Dieu a vaincu! C’est pourquoi aujourd’hui nous proclamons: «Le Christ, mon espérance, est ressuscité!» (Séquence pascale).
Oui, la résurrection de Jésus est le fondement de l’espérance: à partir de cet événement, espérer n’est plus une illusion. Non. Grâce au Christ crucifié et ressuscité, l’espérance ne déçoit pas! Spes non confundit! (cf. Rm 5, 5). Et ce n’est pas une espérance évasive, mais engageante; elle n’est pas aliénante, mais responsabilisante.
Ceux qui espèrent en Dieu mettent leurs mains fragiles dans sa main grande et forte, se laissent relever et se mettent en route: avec Jésus ressuscité, ils deviennent des pèlerins d’espérance, des témoins de la victoire de l’Amour, de la puissance désarmée de la Vie.
Le Christ est ressuscité! Cette annonce renferme tout le sens de notre existence, qui n’est pas faite pour la mort mais pour la vie. Pâques est la fête de la vie! Dieu nous a créés pour la vie et veut que l’humanité ressuscite! À ses yeux, chaque vie est précieuse! Celle de l’enfant dans le ventre de sa mère, comme celle de la personne âgée ou malade, considérées dans un nombre croissant de pays comme des personnes à rejeter.
Que de volonté de mort nous voyons chaque jour dans les nombreux conflits qui touchent différentes parties du monde! Que de violence nous voyons souvent aussi dans les familles, à l’égard des femmes ou des enfants! Que de mépris se nourrit parfois envers les plus faibles, les marginalisés, les migrants!
En ce jour, je voudrais que nous recommencions à espérer et à avoir confiance dans les autres, même dans ceux qui ne sont pas proches de nous ou qui viennent de pays lointains avec des usages, des modes de vie, des idées et des coutumes différents de ceux qui nous sont les plus familiers, car nous sommes tous enfants de Dieu!
Je voudrais que nous recommencions à espérer que la paix est possible! Depuis le Saint-Sépulcre, l’église de la Résurrection, où cette année Pâques est célébrée le même jour par les catholiques et les orthodoxes, que la lumière de la paix rayonne sur toute la Terre Sainte et sur le monde entier. Je suis proche des souffrances des chrétiens de Palestine et d’Israël, ainsi que de tout le peuple israélien et de tout le peuple palestinien. Le climat d’antisémitisme croissant qui se répand dans le monde entier est préoccupant. En même temps, mes pensées vont à la population et en particulier à la communauté chrétienne de Gaza, où le terrible conflit continue de semer la mort et la destruction et de provoquer une situation humanitaire dramatique et ignoble. J’appelle les belligérants: cessez le feu, que les otages soient libérés et que l’aide précieuse soit apportée à la population affamée qui aspire à un avenir de paix!
Prions pour les communautés chrétiennes du Liban et de Syrie qui aspirent à la stabilité et à participer au destin de chaque nation, alors que ce dernier pays traverse une période délicate de son histoire. J’exhorte l’Église tout entière à accompagner les chrétiens du Moyen-Orient bien-aimé par l’attention et la prière.
J’adresse également une pensée particulière au peuple du Yémen, qui connaît l’une des pires crises humanitaires “prolongées” au monde, en raison de la guerre, et j’appelle tout le monde à trouver des solutions par le biais d’un dialogue constructif.
Que le Christ Ressuscité répande le don pascal de la paix sur l’Ukraine meurtrie et encourage tous les acteurs à poursuivre les efforts pour parvenir à une paix juste et durable.
En ce jour de fête, pensons au Caucase du Sud et prions pour que soit rapidement signé et mis en œuvre un Accord de paix définitif entre l’Arménie et l’Azerbaïdjan, conduisant à la réconciliation tant désirée dans la région.
Que la lumière de Pâques inspire des propositions de concorde dans les Balkans occidentaux et aide les acteurs politiques à œuvrer pour éviter la montée des tensions et des crises, ainsi que les acteurs de la région à rejeter les comportements dangereux et déstabilisants.
Que le Christ Ressuscité, notre espérance, accorde la paix et le réconfort aux populations africaines victimes de violences et de conflits, en particulier en République Démocratique du Congo, au Soudan et au Soudan du Sud, et qu’il soutienne ceux qui souffrent des tensions au Sahel, dans la Corne de l’Afrique et dans la région des Grands Lacs, sans oublier les chrétiens qui, en de nombreux endroits, ne peuvent pas professer librement leur foi.
Aucune paix n’est possible là où il n’y a pas de liberté religieuse ni de liberté de pensée et d’expression, ni de respect des opinions d’autrui.
Aucune paix n’est possible sans véritable désarmement! Le besoin de chaque peuple de pourvoir à sa propre défense ne peut se transformer en une course générale au réarmement. Que la lumière de la Pâques nous pousse à abattre les barrières qui créent des divisions et qui sont lourdes de conséquences politiques et économiques. Qu’elle nous pousse à prendre soin les uns des autres, à accroître notre solidarité mutuelle, à œuvrer pour favoriser le développement intégral de toute personne humaine.
Ces jours, aidons le peuple birman, tourmenté depuis des années par un conflit armé, et qui affronte avec courage et patience les conséquences du tremblement de terre dévastateur à Sagaing ayant causé la mort de milliers de personnes et provoqué la souffrance de nombreux survivants, parmi lesquels des orphelins et des personnes âgées. Nous prions pour les victimes et leurs proches et remercions de tout cœur tous les généreux bénévoles qui participent aux opérations de secours. L’annonce d’un cessez-le-feu par divers acteurs du pays est un signe d’espérance pour tout le Myanmar.
J’appelle tous ceux qui, dans le monde, ont des responsabilités politiques, à ne pas céder à la logique de la peur qui enferme, mais à utiliser les ressources disponibles pour aider les personnes dans le besoin, lutter contre la faim et favoriser des initiatives qui promeuvent le développement. Ce sont là les “armes” de la paix: celles qui construisent l’avenir, au lieu de semer la mort!
Que le principe d’humanité ne soit jamais abandonné, car il est la clé de voûte de notre action quotidienne. Face à la cruauté des conflits qui impliquent des civils sans défense, qui s’en prennent aux écoles et aux hôpitaux ainsi qu’aux agents humanitaires, nous ne pouvons pas nous permettre d’oublier que ce ne sont pas des cibles qui sont touchées, mais des personnes avec une âme et une dignité.
Et en cette année jubilaire, que Pâques soit aussi l’occasion de libérer les prisonniers de guerre et les prisonniers politiques!
Chers frères et sœurs,
dans la Pâques du Seigneur, la mort et la vie se sont affrontées dans un duel prodigieux, mais le Seigneur vit désormais pour toujours (cf. Séquence pascale) et nous donne la certitude que nous sommes nous aussi appelés à participer à la vie qui ne connaît pas de déclin, dans laquelle on n’entendra plus le fracas des armes ni les échos de la mort. Confions-nous à Lui qui seul peut faire toutes choses nouvelles (cf. Ap 21, 5)!
Joyeuses Pâques à tous!
[00491-FR.01] [Texte original: Italien]
Christ is risen, alleluia!
Dear brothers and sisters, Happy Easter!
Today at last, the singing of the “alleluia” is heard once more in the Church, passing from mouth to mouth, from heart to heart, and this makes the people of God throughout the world shed tears of joy.
From the empty tomb in Jerusalem, we hear unexpected good news: Jesus, who was crucified, “is not here, he has risen” (Lk 24:5). Jesus is not in the tomb, he is alive!
Love has triumphed over hatred, light over darkness and truth over falsehood. Forgiveness has triumphed over revenge. Evil has not disappeared from history; it will remain until the end, but it no longer has the upper hand; it no longer has power over those who accept the grace of this day.
Sisters and brothers, especially those of you experiencing pain and sorrow, your silent cry has been heard and your tears have been counted; not one of them has been lost! In the passion and death of Jesus, God has taken upon himself all the evil in this world and in his infinite mercy has defeated it. He has uprooted the diabolical pride that poisons the human heart and wreaks violence and corruption on every side. The Lamb of God is victorious! That is why, today, we can joyfully cry out: “Christ, my hope, has risen!” (Easter Sequence).
The resurrection of Jesus is indeed the basis of our hope. For in the light of this event, hope is no longer an illusion. Thanks to Christ — crucified and risen from the dead — hope does not disappoint! Spes non confundit! (cf. Rom 5:5). That hope is not an evasion, but a challenge; it does not delude, but empowers us.
All those who put their hope in God place their feeble hands in his strong and mighty hand; they let themselves be raised up and set out on a journey. Together with the risen Jesus, they become pilgrims of hope, witnesses of the victory of love and of the disarmed power of Life.
Christ is risen! These words capture the whole meaning of our existence, for we were not made for death but for life. Easter is the celebration of life! God created us for life and wants the human family to rise again! In his eyes, every life is precious! The life of a child in the mother’s womb, as well as the lives of the elderly and the sick, who in more and more countries are looked upon as people to be discarded.
What a great thirst for death, for killing, we witness each day in the many conflicts raging in different parts of our world! How much violence we see, often even within families, directed at women and children! How much contempt is stirred up at times towards the vulnerable, the marginalized, and migrants!
On this day, I would like all of us to hope anew and to revive our trust in others, including those who are different than ourselves, or who come from distant lands, bringing unfamiliar customs, ways of life and ideas! For all of us are children of God!
I would like us to renew our hope that peace is possible! From the Holy Sepulchre, the Church of the Resurrection, where this year Easter is being celebrated by Catholics and Orthodox on the same day, may the light of peace radiate throughout the Holy Land and the entire world. I express my closeness to the sufferings of Christians in Palestine and Israel, and to all the Israeli people and the Palestinian people. The growing climate of anti-Semitism throughout the world is worrisome. Yet at the same time, I think of the people of Gaza, and its Christian community in particular, where the terrible conflict continues to cause death and destruction and to create a dramatic and deplorable humanitarian situation. I appeal to the warring parties: call a ceasefire, release the hostages and come to the aid of a starving people that aspires to a future of peace!
Let us pray for the Christian communities in Lebanon and in Syria, presently experiencing a delicate transition in its history. They aspire to stability and to participation in the life of their respective nations. I urge the whole Church to keep the Christians of the beloved Middle East in its thoughts and prayers.
I also think in particular of the people of Yemen, who are experiencing one of the world’s most serious and prolonged humanitarian crises because of war, and I invite all to find solutions through a constructive dialogue.
May the risen Christ grant Ukraine, devastated by war, his Easter gift of peace, and encourage all parties involved to pursue efforts aimed at achieving a just and lasting peace.
On this festive day, let us remember the South Caucasus and pray that a final peace agreement between Armenia and Azerbaijan will soon be signed and implemented, and lead to long-awaited reconciliation in the region.
May the light of Easter inspire efforts to promote harmony in the western Balkans and sustain political leaders in their efforts to allay tensions and crises, and, together with their partner countries in the region, to reject dangerous and destabilizing actions.
May the risen Christ, our hope, grant peace and consolation to the African peoples who are victims of violence and conflict, especially in the Democratic Republic of the Congo, in Sudan and South Sudan. May he sustain those suffering from the tensions in the Sahel, the Horn of Africa and the Great Lakes region, as well as those Christians who in many places are not able freely to profess their faith.
There can be no peace without freedom of religion, freedom of thought, freedom of expression and respect for the views of others.
Nor is peace possible without true disarmament! The requirement that every people provide for its own defence must not turn into a race to rearmament. The light of Easter impels us to break down the barriers that create division and are fraught with grave political and economic consequences. It impels us to care for one another, to increase our mutual solidarity, and to work for the integral development of each human person.
During this time, let us not fail to assist the people of Myanmar, plagued by long years of armed conflict, who, with courage and patience, are dealing with the aftermath of the devastating earthquake in Sagaing, which caused the death of thousands and great suffering for the many survivors, including orphans and the elderly. We pray for the victims and their loved ones, and we heartily thank all the generous volunteers carrying out the relief operations. The announcement of a ceasefire by various actors in the country is a sign of hope for the whole of Myanmar.
I appeal to all those in positions of political responsibility in our world not to yield to the logic of fear which only leads to isolation from others, but rather to use the resources available to help the needy, to fight hunger and to encourage initiatives that promote development. These are the “weapons” of peace: weapons that build the future, instead of sowing seeds of death!
May the principle of humanity never fail to be the hallmark of our daily actions. In the face of the cruelty of conflicts that involve defenceless civilians and attack schools, hospitals and humanitarian workers, we cannot allow ourselves to forget that it is not targets that are struck, but persons, each possessed of a soul and human dignity.
In this Jubilee year, may Easter also be a fitting occasion for the liberation of prisoners of war and political prisoners!
Dear brothers and sisters,
In the Lord’s Paschal Mystery, death and life contended in a stupendous struggle, but the Lord now lives forever (cf. Easter Sequence). He fills us with the certainty that we too are called to share in the life that knows no end, when the clash of arms and the rumble of death will be heard no more. Let us entrust ourselves to him, for he alone can make all things new (cf. Rev. 21:5)!
Happy Easter to everyone!
[00491-EN.01] [Original text: Italian]
Christus ist auferstanden, halleluja!
Brüder und Schwestern, frohe Ostern!
Heute erklingt in der Kirche endlich das Halleluja, es hallt wider von Mund zu Mund, von Herz zu Herz, und sein Gesang lässt das Volk Gottes in der ganzen Welt vor Freude weinen.
Vom leeren Grab in Jerusalem dringt die unerhörte Kunde bis zu uns: Jesus, der Gekreuzigte, »ist nicht hier, sondern er ist auferstanden« (Lk 24,6). Er ist nicht im Grab, er lebt!
Die Liebe hat den Hass besiegt. Das Licht hat die Finsternis besiegt. Die Wahrheit hat die Lüge besiegt. Die Vergebung hat die Rache besiegt. Das Böse ist nicht aus unserer Geschichte verschwunden, es wird bis zum Ende bleiben, aber es hat nicht mehr die Vorherrschaft, es hat keine Macht mehr über diejenigen, die das Gnadengeschenk dieses Tages annehmen.
Schwestern und Brüder, besonders ihr, die ihr leidet und verzweifelt seid, euer stiller Schrei wurde gehört, eure Tränen wurden aufgefangen, nicht eine ist verloren gegangen! Im Leiden und Sterben Jesu hat Gott alles Böse der Welt auf sich genommen und es in seiner unendlichen Barmherzigkeit besiegt: Er hat den teuflischen Hochmut vernichtet, der das Herz des Menschen vergiftet und überall Gewalt und Verderben sät. Das Lamm Gottes hat gesiegt! Deshalb rufen wir heute: »Er lebt, der Herr, meine Hoffnung« (Ostersequenz).
Ja, die Auferstehung Jesu ist das Fundament der Hoffnung: Von diesem Ereignis an ist die Hoffnung keine Illusion mehr. Nein. Dank dem gekreuzigten und auferstandenen Christus trügt die Hoffnung nicht! Spes non confundit! (vgl. Röm 5,5). Und diese Hoffnung ist kein Ausweichmanöver, sie ist herausfordernd; sie holt uns nicht aus der Wirklichkeit, sondern befähigt zur Verantwortung.
Die auf Gott hoffen, legen ihre schwachen Hände in seine große und starke Hand, sie lassen sich aufrichten und sie machen sich auf den Weg: Zusammen mit dem auferstandenen Jesus werden sie zu Pilgern der Hoffnung, zu Zeugen des Sieges der göttlichen Liebe, der unbewaffneten Macht des Lebens.
Christus ist auferstanden! Diese Botschaft enthält den ganzen Sinn unseres Daseins, das nicht für den Tod, sondern für das Leben bestimmt ist. Ostern ist das Fest des Lebens! Gott hat uns für das Leben erschaffen und er will, dass die Menschheit aufersteht! In seinen Augen ist jedes Leben kostbar! Das der Kinder im Mutterleib ebenso wie das der Alten oder Kranken, die in immer mehr Ländern als Menschen betrachtet werden, derer man sich entledigen kann.
Wie viel Todeswillen sehen wir jeden Tag in den vielen Konflikten in verschiedenen Teilen der Welt! Wie viel Gewalt sehen wir oft auch in Familien, gegen Frauen oder Kinder! Wie viel Verachtung wird den Schwächsten, den Ausgestoßenen, den Migranten bisweilen entgegengebracht!
An diesem Tag würde ich mir wünschen, dass wir wieder zur Hoffnung und zum Vertrauen in unsere Mitmenschen zurückfinden – auch denen gegenüber, die uns nicht nahestehen oder mit fremden Sitten, Lebensweisen, Vorstellungen und Gebräuchen aus fernen Ländern kommen – denn wir alle sind Kinder Gottes!
Ich wünschte, wir könnten wieder zurückfinden zu der Hoffnung, dass Frieden möglich ist! Vom Heiligen Grab in der Auferstehungskirche aus, wo Katholiken und Orthodoxe dieses Jahr am selben Tag Ostern feiern, möge das Licht des Friedens ausstrahlen über das gesamte Heilige Land und die ganze Welt. Den leidenden Christen in Palästina und Israel wie dem gesamten israelischen und palästinensischen Volk bekunde ich meine Nähe. Das wachsende Klima des Antisemitismus, das sich in der ganzen Welt ausbreitet, ist besorgniserregend. Gleichzeitig sind meine Gedanken bei den Menschen und insbesondere bei der christlichen Gemeinde im Gazastreifen, wo der schreckliche Konflikt weiterhin Tod und Zerstörung bringt und eine dramatische und unwürdige humanitäre Situation verursacht. Ich appelliere an die Kriegsparteien, das Feuer einzustellen, die Geiseln freizulassen und den Menschen zu helfen, die hungern und sich nach einer friedlichen Zukunft sehnen!
Beten wir für die christlichen Gemeinschaften im Libanon und in Syrien. Während das letztgenannte Land sich in einer empfindlichen Übergangsphase seiner Geschichte befindet, sehnen sich die Menschen beider Länder nach Stabilität und Teilhabe am Schicksal ihrer jeweiligen Nation. Ich rufe die ganze Kirche auf, die Christen des geliebten Nahen Ostens mit Aufmerksamkeit und im Gebet zu begleiten.
Besonders denke ich an das Volk des Jemen, das aufgrund des Krieges eine der schlimmsten „verlängerten“ humanitären Krisen der Welt durchlebt, und ersuche alle, durch einen konstruktiven Dialog Lösungen zu finden.
Möge der auferstandene Christus der gepeinigten Ukraine das österliche Geschenk des Friedens zuteilwerden lassen und alle Beteiligten ermutigen, ihre Bemühungen um einen gerechten und dauerhaften Frieden fortzusetzen.
An diesem Festtag denken wir an den Südkaukasus und beten für die baldige Unterzeichnung und Umsetzung eines endgültigen Friedensabkommens zwischen Armenien und Aserbaidschan, das zur lang ersehnten Versöhnung in der Region führen möge.
Das Osterlicht möge auf dem westlichen Balkan den Willen zur Eintracht wecken und die politischen Akteure bei ihrem Bemühen unterstützen, die Verschärfung von Spannungen und Krisen zu vermeiden. Es möge auch die Partner in der Region darin bestärken, gefährliches und destabilisierendes Verhalten abzulehnen.
Der auferstandene Christus, der unsere Hoffnung ist, schenke den Völkern Afrikas, die insbesondere in der Demokratischen Republik Kongo, im Sudan und im Südsudan Opfer von Gewalt und Konflikten sind, Frieden und Trost und stehe denen bei, die unter den Spannungen in der Sahelzone, am Horn von Afrika und in der Region der Großen Seen leiden. Er stärke auch die Christen, die sich vielerorts nicht frei zu ihrem Glauben bekennen können.
Es kann keinen Frieden geben, wenn es keine Religionsfreiheit oder keine Gedanken- und Redefreiheit und keinen Respekt vor der Meinung anderer gibt.
Es kann keinen Frieden geben ohne echte Abrüstung! Der Anspruch eines jeden Volkes, für seine eigene Verteidigung zu sorgen, darf nicht zu einem allgemeinen Wettrüsten führen. Das Osterlicht spornt uns an, die Schranken zu überwinden, die Spaltungen hervorrufen und eine Vielzahl an politischen und wirtschaftlichen Konsequenzen nach sich ziehen. Es spornt uns an, füreinander zu sorgen, die gegenseitige Solidarität zu stärken und uns für eine ganzheitliche Entwicklung aller Menschen einzusetzen.
In dieser Zeit sollten wir es nicht versäumen, dem bereits von jahrelangen bewaffneten Konflikten geplagten birmanischen Volk zu helfen, das mit Mut und Geduld die Folgen des verheerenden Erdbebens in Sagaing zu bewältigen sucht, das Tausende von Menschenleben gefordert und vielen Überlebenden, unter denen sich Waisen und ältere Menschen befinden, Leid gebracht hat. Wir beten für die Opfer und ihre Angehörigen und danken allen großzügigen freiwilligen Helfern, die die Rettungsarbeiten durchführen, von ganzem Herzen. Die Ankündigung eines Waffenstillstands vonseiten verschiedener Akteure im Land ist ein Zeichen der Hoffnung für ganz Myanmar.
Ich appelliere an alle, die in der Welt politische Verantwortung tragen, nicht der Logik der Angst nachzugeben, die verschlossen macht, sondern die verfügbaren Ressourcen zu nutzen, um den Bedürftigen zu helfen, den Hunger zu bekämpfen und Initiativen zu fördern, die die Entwicklung vorantreiben. Die „Waffen“ des Friedens sind diejenigen, die Zukunft schaffen, anstatt Tod zu säen!
Der Grundsatz der Menschlichkeit darf als Angelpunkt unseres täglichen Handelns nie verloren gehen. Angesichts der Grausamkeit von Konflikten, bei denen wehrlose Zivilisten, Schulen, Krankenhäuser und humanitäre Helfer angegriffen werden, dürfen wir nicht vergessen, dass dabei nicht einfach Ziele getroffen werden, sondern Menschen mit einer Seele und Würde.
Und in diesem Heiligen Jahr mag das Osterfest zudem ein passender Anlass sein, Kriegsgefangene und politische Gefangene freizulassen!
Liebe Brüder und Schwestern,
im Pascha des Herrn standen sich Tod und Leben in einem unbegreiflichen Zweikampf gegenüber, doch der Herr lebt nun für immer (vgl. Ostersequenz) und schenkt uns die Gewissheit, dass auch wir berufen sind, an dem Leben teilzuhaben, das kein Ende kennt und in dem das Getöse der Waffen und das Echo des Todes verstummen. Vertrauen wir uns dem an, der allein alles neu machen kann (vgl. Offb 21,5)!
Ich wünsche allen ein frohes Osterfest!
[00491-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Cristo ha resucitado, ¡aleluya!
Hermanos y hermanas, ¡feliz Pascua!
Hoy en la Iglesia resuena finalmente el aleluya, se transmite de boca en boca, de corazón a corazón, y su canto hace llorar de alegría al pueblo de Dios en todo el mundo.
Desde el sepulcro vacío de Jerusalén llega hasta nosotros el sorprendente anuncio: Jesús, el Crucificado, «no está aquí, ha resucitado» (Lc 24,6). No está en la tumba, ¡es el viviente!
El amor venció al odio. La luz venció a las tinieblas. La verdad venció a la mentira. El perdón venció a la venganza. El mal no ha desaparecido de nuestra historia, permanecerá hasta el final, pero ya no tiene dominio, ya no tiene poder sobre quien acoge la gracia de este día.
Hermanas y hermanos, especialmente ustedes que están sufriendo el dolor y la angustia, sus gritos silenciosos han sido escuchados, sus lágrimas han sido recogidas, ¡ni una sola se ha perdido! En la pasión y muerte de Jesús, Dios ha cargado sobre sí todo el mal del mundo y con su infinita misericordia lo ha vencido; ha eliminado el orgullo diabólico que envenena el corazón del hombre y siembra por doquier violencia y corrupción. ¡El Cordero de Dios ha vencido! Por eso hoy exclamamos: «¡Cristo, mi esperanza, ha resucitado!» (Secuencia pascual).
Sí, la resurrección de Jesús es el fundamento de la esperanza; a partir de este acontecimiento, esperar ya no es una ilusión. No; gracias a Cristo crucificado y resucitado, la esperanza no defrauda. ¡Spes non confundit (cf. Rm 5,5)! Y no es una esperanza evasiva, sino comprometida; no es alienante, sino que nos responsabiliza.
Los que esperan en Dios ponen sus frágiles manos en su mano grande y fuerte, se dejan levantar y comienzan a caminar; junto con Jesús resucitado se convierten en peregrinos de esperanza, testigos de la victoria del Amor, de la potencia desarmada de la Vida.
¡Cristo ha resucitado! En este anuncio está contenido todo el sentido de nuestra existencia, que no está hecha para la muerte sino para la vida. ¡La Pascua es la fiesta de la vida! ¡Dios nos ha creado para la vida y quiere que la humanidad resucite! A sus ojos toda vida es preciosa, tanto la del niño en el vientre de su madre, como la del anciano o la del enfermo, considerados en un número creciente de países como personas a descartar.
Cuánta voluntad de muerte vemos cada día en los numerosos conflictos que afectan a diferentes partes del mundo. Cuánta violencia percibimos a menudo también en las familias, contra las mujeres o los niños. Cuánto desprecio se tiene a veces hacia los más débiles, los marginados y los migrantes.
En este día, quisiera que volviéramos a esperar y a confiar en los demás —incluso en quien no nos es cercano o proviene de tierras lejanas, con costumbres, estilos de vida, ideas y hábitos diferentes de los que a nosotros nos resultan más familiares—; pues todos somos hijos de Dios.
Quisiera que volviéramos a esperar en que la paz es posible. Que desde el Santo Sepulcro —Iglesia de la Resurrección—, donde este año la Pascua será celebrada el mismo día por los católicos y los ortodoxos, se irradie la luz de la paz sobre toda Tierra Santa y sobre el mundo entero. Me siento cercano al sufrimiento de los cristianos en Palestina y en Israel, así como a todo el pueblo israelí y a todo el pueblo palestino. Es preocupante el creciente clima de antisemitismo que se está difundiendo por todo el mundo. Al mismo tiempo, mi pensamiento se dirige a la población y, de modo particular, a la comunidad cristiana de Gaza, donde el terrible conflicto sigue llevando muerte y destrucción, y provocando una dramática e indigna crisis humanitaria. Apelo a las partes beligerantes: que cese el fuego, que se liberen los rehenes y se preste ayuda a la gente, que tiene hambre y que aspira a un futuro de paz.
Recemos por las comunidades cristianas del Líbano y de Siria —este último país está afrontando un momento delicado de su historia—, que ansían la estabilidad y la participación en el destino de sus respectivas naciones. Exhorto a toda la Iglesia a acompañar con atención y con la oración a los cristianos del amado Oriente Medio.
Dirijo también un recuerdo especial al pueblo de Yemen, que está viviendo una de las peores crisis humanitarias “prolongadas” del mundo a causa de la guerra, e invito a todos a buscar soluciones por medio de un diálogo constructivo.
Que Cristo resucitado infunda el don pascual de la paz a la martirizada Ucrania y anime a todos los actores implicados a proseguir los esfuerzos dirigidos a alcanzar una paz justa y duradera.
En este día de fiesta pensemos en el Cáucaso Meridional y recemos para que se llegue pronto a la firma y a la actuación de un Acuerdo de paz definitivo entre Armenia y Azerbaiyán, que conduzca a la tan deseada reconciliación en la región.
Que la luz de la Pascua inspire propósitos de concordia en los Balcanes occidentales y sostenga a los actores políticos en el esfuerzo por evitar que se agudicen las tensiones y las crisis, como también a los aliados de la región en rechazar comportamientos peligrosos y desestabilizantes.
Que Cristo resucitado, nuestra esperanza, conceda paz y consuelo a los pueblos africanos víctimas de agresiones y conflictos, sobre todo en la República Democrática del Congo, en Sudán y Sudán del Sur, y sostenga a cuantos sufren a causa de las tensiones en el Sahel, en el Cuerno de África y en la Región de los Grandes Lagos, como también a los cristianos que en muchos lugares no pueden profesar libremente su fe.
Allí donde no hay libertad religiosa o libertad de pensamiento y de palabra, ni respeto de las opiniones ajenas, la paz no es posible.
La paz tampoco es posible sin un verdadero desarme. La exigencia que cada pueblo tiene de proveer a su propia defensa no puede transformarse en una carrera general al rearme. La luz de la Pascua nos invita a derribar las barreras que crean división y están cargadas de consecuencias políticas y económicas. Nos invita a hacernos cargo los unos de los otros, a acrecentar la solidaridad recíproca, a esforzarnos por favorecer el desarrollo integral de cada persona humana.
Que en este tiempo no falte nuestra ayuda al pueblo birmano, atormentado desde hace años por conflictos armados, que afronta con valentía y paciencia las consecuencias del devastador terremoto en Sagaing, que ha causado la muerte de miles de personas y es motivo de sufrimiento para muchos sobrevivientes, entre los que se encuentran huérfanos y ancianos. Recemos por las víctimas y por sus seres queridos, y agradezcamos de corazón a todos los generosos voluntarios que están realizando actividades de socorro. El anuncio del alto el fuego por parte de los actores implicados en ese país es un signo de esperanza para todo Myanmar.
Hago un llamamiento a cuantos tienen responsabilidades políticas a no ceder a la lógica del miedo que aísla, sino a usar los recursos disponibles para ayudar a los necesitados, combatir el hambre y promover iniciativas que impulsen el desarrollo. Estas son las “armas” de la paz: las que construyen el futuro, en lugar de sembrar muerte.
Que nunca se debilite el principio de humanidad como eje de nuestro actuar cotidiano. Ante la crueldad de los conflictos que afectan a civiles desarmados, atacando escuelas, hospitales y operadores humanitarios, no podemos permitirnos olvidar que lo que está en la mira no es un mero objetivo, sino personas con un alma y una dignidad.
Y que en este Año jubilar, la Pascua sea también ocasión propicia para liberar a los prisioneros de guerra y a los presos políticos.
Queridos hermanos y hermanas:
En la Pascua del Señor, la muerte y la vida se han enfrentado en un prodigioso duelo, pero el Señor vive para siempre (cf. Secuencia pascual) y nos infunde la certeza de que también nosotros estamos llamados a participar en la vida que no conoce el ocaso, donde ya no se oirán el estruendo de las armas ni los ecos de la muerte. Encomendémonos a Él, porque sólo Él puede hacer nuevas todas las cosas (cf. Ap 21,5).
¡Feliz Pascua a todos!
[00491-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Cristo ressuscitou, aleluia!
Irmãos e irmãs, Feliz Páscoa!
Hoje ressoa finalmente na Igreja o Aleluia, que corre de boca em boca, de coração a coração, e o seu cântico faz chorar de alegria, no mundo inteiro, o povo de Deus.
Do sepulcro vazio de Jerusalém chega até nós um anúncio sem precedentes: Jesus, o Crucificado, «não está aqui; ressuscitou!» (Lc 24, 6). Não está no túmulo, está vivo!
O amor venceu o ódio. A luz venceu as trevas. A verdade venceu a mentira. O perdão venceu a vingança. O mal não desapareceu da nossa história e permanecerá até ao fim, mas já não lhe pertence o domínio, não tem qualquer poder sobre quem acolhe a graça deste dia.
Irmãs e irmãos, especialmente vós que passais pela dor e pela angústia, o vosso grito silencioso foi ouvido, as vossas lágrimas foram recolhidas e nem sequer uma só se perdeu! Na paixão e morte de Jesus, Deus tomou sobre si todo o mal do mundo e, com a sua infinita misericórdia, derrotou-o: erradicou o orgulho diabólico que envenena o coração humano e semeia violência e corrupção por toda a parte. O Cordeiro de Deus venceu! Por isso, hoje exclamamos: «Ressuscitou Cristo, minha esperança» (Sequência Pascal).
Sim, a ressurreição de Jesus é o fundamento da esperança: a partir deste acontecimento, ter esperança já não é uma ilusão. Não! Graças a Cristo crucificado e ressuscitado, a esperança não engana! Spes non confundit! (cf. Rm 5, 5). E não se trata duma esperança evasiva, mas comprometida; não é alienante, mas responsabilizadora.
Quem espera em Deus coloca as suas mãos frágeis na mão grande e forte d’Ele, deixa-se levantar e põe-se a caminho: juntamente com Jesus ressuscitado, torna-se peregrino de esperança, testemunha da vitória do Amor e do poder desarmado da Vida.
Cristo ressuscitou! Neste anúncio encerra-se todo o sentido da nossa existência, que não foi feita para a morte, mas para a vida. A Páscoa é a festa da vida! Deus criou-nos para a vida e quer que a humanidade ressurja! Aos seus olhos, todas as vidas são preciosas! Tanto a da criança no ventre da mãe, como a do idoso ou a do doente, considerados como pessoas a descartar num número cada vez maior de países.
Quanto desejo de morte vemos todos os dias em tantos conflitos que ocorrem em diferentes partes do mundo! Quanta violência vemos com frequência também nas famílias, dirigida contra as mulheres ou as crianças! Quanto desprezo se sente por vezes em relação aos mais fracos, marginalizados e migrantes!
Neste dia, gostaria que voltássemos a ter esperança e confiança nos outros, mesmo naqueles que não nos são próximos ou que vêm de terras distantes com usos, modos de vida, ideias e costumes diferentes dos que nos são familiares, porque somos todos filhos de Deus!
Gostaria que voltássemos a ter esperança de que a paz é possível! A partir do Santo Sepulcro, Igreja da Ressurreição, onde este ano a Páscoa é celebrada no mesmo dia por católicos e ortodoxos, se irradie sobre toda a Terra Santa e sobre o mundo inteiro a luz da paz. Sinto-me próximo dos cristãos que sofrem na Palestina e em Israel, bem como do povo israelita e palestiniano. É preocupante o crescente clima de antissemitismo que se está a espalhar por todo o mundo. E, ao mesmo tempo, o meu pensamento dirige-se ao povo, em particular, à comunidade cristã de Gaza, onde o terrível conflito continua a gerar morte e destruição e a provocar uma situação humanitária dramática e ignóbil. Apelo às partes beligerantes que cheguem a um cessar-fogo, que se libertem os reféns e se preste assistência à população faminta, desejosa de um futuro de paz!
Rezemos pelas comunidades cristãs do Líbano e da Síria – este último país a atravessar uma fase delicada da sua história –, que anseiam por estabilidade e participação no futuro das respetivas nações. Exorto toda a Igreja a acompanhar com atenção e oração os cristãos do amado Médio Oriente.
Dirijo também um pensamento especial ao povo do Iémen, que está a viver uma das piores crises humanitárias “prolongadas” do mundo devido à guerra, e convido todos a encontrar soluções através de um diálogo construtivo.
Que Cristo ressuscitado derrame o dom pascal da paz sobre a martirizada Ucrânia e encoraje as partes envolvidas a prosseguirem os seus esforços para alcançar uma paz justa e duradoura.
Neste dia de festa, recordemos o Sul do Cáucaso e rezemos pela rápida assinatura e aplicação de um definitivo Acordo de paz entre a Arménia e o Azerbaijão, que leve à tão desejada reconciliação na região.
Que a luz da Páscoa inspire propósitos de concórdia nos Balcãs Ocidentais e apoie os responsáveis políticos a trabalhar para evitar uma escalada de tensões e crises, bem como inspire os parceiros da região a rejeitar comportamentos perigosos e desestabilizadores.
Que Cristo ressuscitado, nossa esperança, conceda paz e conforto aos povos africanos vítimas de violência e conflitos, especialmente na República Democrática do Congo, no Sudão e no Sudão do Sul, e apoie todos quantos sofrem devido às tensões no Sahel, no Corno de África e na Região dos Grandes Lagos, tal como os cristãos que em muitos lugares não podem professar livremente a fé.
Não é possível haver paz onde não há liberdade religiosa ou onde não há liberdade de pensamento nem de expressão, nem respeito pela opinião dos outros.
Não é possível haver paz sem um verdadeiro desarmamento! A necessidade que cada povo sente de garantir a sua própria defesa não pode transformar-se numa corrida generalizada ao armamento. A luz da Páscoa incita-nos a derrubar as barreiras que criam divisões e que acarretam consequências políticas e económicas. Incita-nos a cuidar uns dos outros, a aumentar a solidariedade mútua, a trabalhar em prol do desenvolvimento integral de cada pessoa humana.
Neste momento, não falte a nossa ajuda ao povo do Myanmar que, atormentado por anos de conflito armado, enfrenta com coragem e paciência as consequências do devastador sismo em Sagaing, causador da morte de milhares de pessoas e de sofrimento para muitos sobreviventes, incluindo órfãos e idosos. Rezemos pelas vítimas e pelos seus entes queridos e agradeçamos de todo o coração a generosidade dos voluntários que levam a cabo as operações de socorro. O anúncio do cessar-fogo por parte de vários intervenientes no país é um sinal de esperança para todo o Myanmar.
Apelo a todos os que, no mundo, têm responsabilidades políticas para que não cedam à lógica do medo que fecha, mas usem os recursos disponíveis para ajudar os necessitados, combater a fome e promover iniciativas que favoreçam o desenvolvimento. Estas são as “armas” da paz: aquelas que constroem o futuro, em vez de espalhar morte!
Que o princípio da humanidade nunca deixe de ser o eixo do nosso agir quotidiano. Perante a crueldade dos conflitos que atingem civis indefesos, atacam escolas e hospitais e agentes humanitários, não podemos esquecer que não são atingidos alvos, mas pessoas com alma e dignidade.
E, neste ano jubilar, que a Páscoa seja também uma ocasião propícia para libertar os prisioneiros de guerra e os presos políticos!
Queridos irmãos e irmãs
Na Páscoa do Senhor, a morte e a vida enfrentaram-se num admirável combate, mas agora o Senhor vive para sempre (cf. Sequência Pascal) e infunde em cada um de nós a certeza de que somos igualmente chamados a participar na vida que não tem fim, na qual já não se ouvirá o fragor das armas nem os ecos da morte. Entreguemo-nos a Ele, o único que pode renovar todas as coisas (cf. Ap 21, 5)!
Feliz Páscoa para todos!
[00491-PO.01] [Texto original: Italiano]
Chrystus zmartwychwstał, alleluja!
Bracia i Siostry, dobrych Świąt Wielkanocnych!
Dziś, w Kościele, rozbrzmiewa wreszcie Alleluja, niesie się echem z ust do ust, z serca do serca, a jego śpiew sprawia, że na całym świecie Lud Boży płacze z radości.
Z pustego grobu w Jerozolimie dociera do nas wiadomość: Jezusa Ukrzyżowanego „nie ma tutaj, zmartwychwstał” (por. Łk 24, 6). Nie ma Go w grobie, On żyje!
Miłość zwyciężyła nienawiść. Światło zwyciężyło ciemności. Prawda zwyciężyła fałsz. Przebaczenie zwyciężyło zemstę. Zło nie zniknęło z naszej historii – pozostanie aż do końca. Ale nie ma już władzy, nie panuje już, nad tymi, którzy przyjmują łaskę tego dnia.
Siostry i bracia, a zwłaszcza wy, którzy cierpicie i jesteście udręczeni, wasze ciche wołanie zostało wysłuchane, wasze łzy zostały zebrane, ani jedna nie zaginęła! W męce i śmierci Jezusa Bóg wziął na siebie całe zło świata i swoim nieskończonym miłosierdziem je pokonał: wykorzenił diabelską pychę, która zatruwa ludzkie serce i wszędzie sieje przemoc i zepsucie. Zwyciężył Baranek Boży! Dlatego dzisiaj wołamy: „Zmartwychwstał już Chrystus, Pan mój i nadzieja” (Sekwencja Wielkanocna).
Tak, zmartwychwstanie Jezusa jest fundamentem nadziei: począwszy od tego wydarzenia nadzieja nie jest już złudzeniem. Przeciwnie. Dzięki ukrzyżowanemu i zmartwychwstałemu Chrystusowi nadzieja nie zawodzi! Spes non confundit! (por. Rz 5, 5). I nie jest to nadzieja niejasna, lecz wymagająca; nie wyobcowuje, lecz czyni odpowiedzialnymi.
Ci, którzy pokładają nadzieję w Bogu, wkładają swoje wątłe ręce w Jego wielką i mocną dłoń, pozwalają się podnieść i wyruszają w drogę: razem ze zmartwychwstałym Jezusem stają się pielgrzymami nadziei, świadkami zwycięstwa Miłości, bezbronnej mocy Życia.
Chrystus zmartwychwstał! W tym orędziu zawarty jest cały sens naszej egzystencji, która nie jest stworzona dla śmierci, lecz dla życia. Wielkanoc jest świętem życia! Bóg nas stworzył do życia i chce, aby ludzkość zmartwychwstała! W Jego oczach każde życie jest cenne! Życie dziecka w łonie jego matki, podobnie jak życie osób starszych lub chorych, uważanych w coraz większej liczbie krajów za osoby, których należy się pozbyć.
Jak wiele pragnienia śmierci widzimy każdego dnia w licznych konfliktach, które dotykają różnych części świata! Jak wiele przemocy widzimy często nawet w rodzinach, wobec kobiet czy dzieci! Ileż pogardy okazuje się niekiedy najsłabszym, zepchniętym na margines, migrantom!
W tym dniu, chciałbym, abyśmy powrócili do żywienia nadziei i do zaufania innym, nawet tym, którzy nie są nam bliscy lub którzy pochodzą z odległych krajów, z obyczajami, stylami życia, ideami, zwyczajami różnymi od tych najbardziej nam znanych, ponieważ wszyscy jesteśmy dziećmi Bożymi!
Chciałbym, abyśmy na nowo żywili nadzieję, że pokój jest możliwy! Niech z Grobu Pańskiego, z Kościoła Zmartwychwstania Pańskiego, gdzie w tym roku Wielkanoc jest obchodzona tego samego dnia przez katolików i prawosławnych, światło pokoju promieniuje na całą Ziemię Świętą i na cały świat. Jestem blisko cierpiących chrześcijan w Palestynie i w Izraelu, a także całego narodu izraelskiego i narodu palestyńskiego. Niepokoi zaostrzający się klimat antysemityzmu, który szerzy się na całym świecie. Jednocześnie moje myśli kieruję do mieszkańców, a w szczególności do wspólnoty chrześcijańskiej w Gazie, gdzie straszliwy konflikt nieustanie rodzi śmierć i zniszczenie oraz powoduje dramatyczną i haniebną sytuację humanitarną. Apeluję do walczących stron: niech nastanie zawieszenie broni, niech zakładnicy zostaną uwolnieni i udzieli się pomocy ludziom, którzy są głodni i dążą do pokojowej przyszłości!
Módlmy się za wspólnoty chrześcijańskie w Libanie i Syrii, które, podczas gdy ten drugi kraj przeżywa delikatny przełom w swojej historii, dążą one do stabilności i uczestnictwa w losach swoich narodów. Zachęcam cały Kościół, aby z uwagą i modlitwą wspierał chrześcijan umiłowanego Bliskiego Wschodu.
Kieruję również szczególną myśl do mieszkańców Jemenu, którzy z powodu wojny doświadczają jednego z najgorszych „przedłużających się” kryzysów humanitarnych na świecie, i zachęcam wszystkich do znalezienia rozwiązań poprzez konstruktywny dialog.
Niech Zmartwychwstały Chrystus wyleje wielkanocny dar pokoju na udręczoną Ukrainę i pobudzi wszystkich zaangażowanych do kontynuowania wysiłków na rzecz osiągnięcia sprawiedliwego i trwałego pokoju.
W ten świąteczny dzień pomyślmy o Południowym Kaukazie i módlmy się o rychłe podpisanie i wdrożenie ostatecznego porozumienia pokojowego między Armenią a Azerbejdżanem, które prowadziłoby do bardzo upragnionego pojednania w regionie.
Niech światło Wielkanocy wzbudzi dążenia do zgody na Bałkanach Zachodnich i wesprze odpowiedzialnych za życie polityczne w ich wysiłkach na rzecz uniknięcia eskalacji napięć i kryzysów, a także partnerów tego regionu – w odrzuceniu postaw niebezpiecznych i destabilizujących.
Niech Zmartwychwstały Chrystus, nasza nadzieja, obdarzy pokojem i pokrzepieniem mieszkańców Afryki, będących ofiarami przemocy i konfliktów, zwłaszcza w Demokratycznej Republice Konga, Sudanie i Sudanie Południowym. Niech wspiera tych, którzy cierpią z powodu napięć w Sahelu, Rogu Afryki i regionie Wielkich Jezior, a także chrześcijan, którzy w wielu miejscach nie mogą swobodnie wyznawać swojej wiary.
Żaden pokój nie jest możliwy tam, gdzie nie ma wolności religijnej, ani tam, gdzie nie ma wolności myśli i słowa oraz szacunku dla opinii innych osób.
Żaden pokój nie jest możliwy bez prawdziwego rozbrojenia! Potrzeba zapewnienia przez każdy naród swej obrony nie może przerodzić się w powszechny wyścig zbrojeń. Niech światło Wielkanocy pobudza nas do przełamywania barier, które tworzą podziały i są obarczone konsekwencjami politycznymi i ekonomicznymi. Niech zachęca nas do troski o siebie nawzajem, do zwiększania wzajemnej solidarności, do pracy na rzecz integralnego rozwoju każdej osoby ludzkiej.
Niech w tym okresie nie zabraknie naszej pomocy narodowi birmańskiemu, od lat już nękanemu konfliktem zbrojnym, który odważnie i cierpliwie stawia czoła konsekwencjom niszczycielskiego trzęsienia ziemi w Sagaing, będącego przyczyną śmierci tysięcy ludzi i cierpienia wielu ocalałych, w tym sierot i osób starszych. Módlmy się za ofiary i ich bliskich oraz dziękujmy serdeczne wszystkim hojnym wolontariuszom niosącym pomoc. Zapowiedź zawieszenia broni, przez różne podmioty w tym kraju, jest znakiem nadziei dla całej Mjanmy.
Apeluję do wszystkich na świecie, którzy ponoszą odpowiedzialność polityczną, aby nie ulegali logice lęku, która zamyka, lecz wykorzystywali dostępne zasoby, aby pomagać potrzebującym, walczyć z głodem i wspierać inicjatywy promujące rozwój. One są „orężem” pokoju: te, które budują przyszłość, zamiast siać śmierć!
Niech nigdy nie zabraknie zasady humanitaryzmu jako fundamentu naszych codziennych działań. W obliczu okrucieństwa konfliktów, które dotykają bezbronnych cywilów, uderzają w szkoły i szpitale oraz w pracowników organizacji humanitarnych, nie możemy pozwolić sobie na zapomnienie, że celem zniszczenia nie są obiekty, lecz ludzie – posiadający duszę i godność.
A w tym roku jubileuszowym, niech Wielkanoc będzie również sposobną okazją do uwolnienia jeńców wojennych i więźniów politycznych!
Drodzy Bracia i Siostry!
W Paschę Chrystusa Pana śmierć zwarła się z życiem w przedziwnym pojedynku – lecz Pan żyje teraz na wieki (por. Sekwencja Wielkanocna) i zaszczepia w nas pewność, że my również jesteśmy powołani do uczestnictwa w życiu, które nie zna zachodu, w którym nie będzie już słychać szczęku broni i echa śmierci. Powierzmy siebie Temu, który jako jedyny może uczynić wszystko nowe (por. Ap 21, 5)!
Wszystkim życzę dobrych Świąt Wielkanocnych!
[00491-PL.01] [Testo originale: Italiano]
بركة قداسة البابا فرنسيس
لمدينة روما وللعالم
ألقاها الكاردينال أنجيلو كوماستري
في مناسبة عيد الفصح
يوم الأحد 20 نيسان/أبريل 2025
بازيليكا القدّيس بطرس
المسيح قام، هلليلويا!
أيّها الإخوة والأخوات، عيد فصح مجيد!
اليوم في الكنيسة يصدح أخيرًا نشيد هلليلويا، ويتردّد صداه من فمّ إلى فم، وفي القلوب، وشعب الله في العالم كلّه يترنّم به ويبكي من الفرح.
من القبر الفارغ في أورشليم وصَلَت إلينا البشرى، ولا مثيل لها: يسوع المصلوب "لَيسَ هُنا، بل قام" (لوقا 24، 6). ليس في القبر، إنّه حَي!
الحبّ غلب الكراهية. والنّور غلب الظّلام. والحقّ غلب الباطل. والمغفرة غلبت الانتقام. مع ذلك، لم يختفِ الشّرّ من تاريخنا، سيبقى حتّى النّهاية، لكنّه لم يَعُدْ هو السّيِّد، وليس له سلطان على الذين قبلوا نعمة هذا النّهار.
أيّها الإخوة والأخوات، وخاصّة أنتم المعذبين في الأوجاع والقلق، لقد سمع الله صراخكم الصّامت، وجمع دموعكم، دمعة واحدة منها لا تضيع! في آلام يسوع وموته، أخذ الله على عاتقه شرّ العالم كلّه وغلبه برحمته اللامتناهية: قضى على الكبرياء الشّيطاني الذي يسمّم قلب الإنسان ويزرع العنف والفساد في كلّ مكان. انتصر حمل الله! لهذا نهتف اليوم: "قام المسيح، رجائي!" (النّشيد الفصحي).
نعم، قيامة يسوع من بين الأموات هي أساس الرّجاء: بعد هذا الحدث، لم يعد الرّجاء وهمًا. لا. بفضل المسيح المصلوب والقائم من بين الأموات، الرَّجاءَ لا يُخَيِّبُ صاحِبَه! (راجع رومة 5، 5). وهو ليس رجاءً خادعًا، بل هو رجاءٌ مُلزِم، وليس رجاءً يغرِّبُ الإنسان عن نفسه، بل هو رجاءٌ مسؤول.
الذين يثقون بالله يضعون أيديهم الضّعيفة في يده القديرة، وبقوته يقومون ويبدأون بالمسير: مع يسوع القائم من بين الأموات يصيرون حجّاج رجاء، وشهودًا لانتصار المحبّة، ولقدرة الحياة التي تجرّد من السّلاح.
المسيح قام! في هذه البُشرَى يكمن كلّ معنى حياتنا، التي لم تُخلق للموت بل للحياة. عيد الفصح هو عيد الحياة! خلقنا الله للحياة ويريد للبشريّة أن تعرف القيامة! كلّ حياة عزيزة في عينيه! حياة الطّفل في بطن أمّه، وحياة كبير السّنّ أو المريض، الذين صاروا يُعتبرون في كثير من البلدان أشخاصًا يجب التخلُّصُ منهم.
كم من الموت وإرادة الموت نرى كلّ يوم في الصّراعات الكثيرة التي تطال أنحاءً مختلفة من العالم! كم من العنف نرى غالبًا، حتّى في العائلات، وضدّ النّساء أو الأطفال! كم من الاحتقار الذي نشعر به أحيانًا تجاه الأضعفين والمهمّشين والمهاجرين!
أودّ في هذا اليوم أن نعود إلى أن نملأ قلبنا بالرّجاء ونثق بالآخرين، حتّى في الذين ليسوا قريبين منّا أو القادمين من بلاد بعيدة، ولهم عادات وطرق حياة وأفكار وعادات مختلفة عن تلك التي نألفها، لأنّنا جميعًا أبناء الله!
أودّ أن نعود ونملأ قلبنا بالرّجاء أنّ السّلام ممكن! من القبر المقدّس، كنيسة القيامة، حيث يحتفل الكاثوليك والأرثوذكس بعيد الفصح هذه السّنة في اليوم نفسه، ليشعّ نور السّلام على الأرض المقدّسة بأسرها وكلّ العالم. أنا قريبٌ من آلام المسيحيّين في فلسطين وإسرائيل، وقريب أيضًا من الشّعب الإسرائيليّ كلّه والشّعب الفلسطيني كلّه. أشعر بالقلق إزاء تنامي جوّ معاداة السّاميّة الذي ينتشر في جميع أنحاء العالم. وفي الوقت نفسه، فكري يتوجّه إلى السّكان وخاصّة إلى الجماعة المسيحيّة في غزّة، حيث يستمرّ الصّراع الرّهيب في توليد الموت والدّمار والتّسبّب بوضع إنسانيّ مأساويّ مخجل. أدعو الأطراف المتحاربة إلى أن يوقفوا إطلاق النّار، ويطلقوا سراح الرّهائن، ويقدّموا المساعدات للشّعب الجائع، والذي يتطلّع إلى مستقبل سلام!
لنصلِّ من أجل الجماعات المسيحيّة في لبنان وسوريا التي تتوق إلى الاستقرار والمشاركة في مصير بلادها، فيما يمرّ هذا البلد الأخير في مرحلة انتقاليّة دقيقة من تاريخه. أدعو الكنيسة بأسرها إلى أن ترافق مسيحيّي الشّرق الأوسط الحبيب بالاهتمام والصّلاة.
أوجّه فكري الخاصّ أيضًا إلى الشّعب اليمني، الذي يعيش إحدى أسوأ الأزمات الإنسانيّة ”الطّويلة“ في العالم بسبب الحرب، وأدعو الجميع إلى أن يجدوا حلولًا من خلال الحوار البنّاء.
ليُغدق المسيح القائم من بين الأموات عطيّة السّلام في عيد الفصح على أوكرانيا المعذّبة، وليشجّع جميع المعنيّين على مواصلة جهودهم لتحقيق سلامٍ عادل ودائم.
في يوم العيد هذا، لنفكّر في جنوب القفقاز ولنصلِّ لكي يَصِلوا سريعًا إلى التّوقيع على اتّفاق سلام نهائيّ بين أرمينيا وأذربيجان وتنفيذه، وإلى المصالحة المنشودة في المنطقة.
ليلهم نور عيد الفصح قرارات الوفاق في غرب البلقان وليسند الجهات السّياسيّة المعنية للعمل على تفادي تصعيد التّوتّرات والأزمات، وليُلهم ”الشّركاء“ في المنطقة أيضًا حتّى يرفضوا المواقف الخطيرة والمزعزعة للاستقرار.
ليمنح المسيح رجاؤنا، والقائم من بين الأموات، السّلام والتّعزية لشعوب أفريقيا ضحايا العنف والنّزاعات، لاسيِّما في جمهوريّة الكونغو الديمقراطيّة والسّودان وجنوب السّودان، وليسند الذين يعانون من التّوتّرات في منطقة السّاحل والقرن الأفريقيّ ومنطقة البحيرات الكبرى، وكذلك المسيحيّين الذين في أماكن كثيرة، لا يستطيعون أن يعترفوا بإيمانهم بحرّيّة.
لا يمكن تحقيق السّلام حيث لا توجد حرّيّة دينيّة أو حيث لا توجد حرّيّة الفكر والتّعبير واحترام آراء الآخرين.
لا يمكن تحقيق السّلام من دون نزعٍ حقيقيّ للسّلاح! حاجة كلّ شعب للدّفاع عن نفسه لا يمكن أن تتحوّل إلى سباق عامّ للتسلّح. نور الفصح يدعونا إلى أن نحطّم الحواجز التي تُنشئ الانقسامات والتي ينجم عنها عواقب سياسيّة واقتصاديّة خطيرة. إنّه يدفعنا إلى أن نهتمّ بعضنا ببعض، وإلى المزيد من التّضامن المتبادل بيننا، وإلى العمل من أجل التّنمية المتكاملة لكلّ شخص بشريّ.
في هذا الوقت، لا تَغِب مساعدتنا لشعب بورما، الذي يعاني أصلًا منذ سنوات من الصّراع المسلّح، ويواجه بشجاعة وصبر عواقب الزّلزال المدمّر في ساغاينغ، الذي أودى بحياة الآلاف من الأشخاص وسبّب الألم للنّاجين الكثيرين، بمن فيهم الأيتام وكبار السّنّ. لنصلِّ من أجل الضّحايا ومن أجل أحبّائهم، ولنشكر من قلبنا جميع المتطوّعين الذين يقومون بأعمال الإغاثة، لسخائهم ووجودهم. إعلان وقف إطلاق النّار من قبل مختلف الجهات العاملة في البلاد هو علامة رجاء للميانمار كلّها.
أدعو كلّ المسؤولين السّياسيّين في العالم إلى ألّا يستسلموا لمنطق الخوف الذي يجعلنا ننغلق على أنفسنا، بل إلى أن يستخدموا كلّ الوسائل المتاحة لمساعدة المحتاجين، ومكافحة الجوع وتعزيز المبادرات التي تدعم التّنمية. هذه هي ”أسلحة“ السّلام: التي تبني المستقبل، بدل أن تزرع الموت!
لا يَغِب أبدًا مبدأ الإنسانيّة، فهو الدّليل في أعمالنا اليوميّة. أمام قسوة الصّراعات التي تشمل المدنيّين العزّل، وتهاجم المدارس والمستشفيات والعاملين في المجال الإنسانيّ، لا يمكننا أن نسمح لأنفسنا بأن ننسى أنّ الأهداف التي يتمّ استهدافها ليست أهدافًا، بل هي أشخاص لهم نفس وكرامة.
وفي سنة اليوبيل هذه، ليكن عيد الفصح أيضًا مناسبة ميمونة لتحرير أسرى الحرب والسّجناء السّياسيّين!
أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء،
في عيد فصح الرّبّ، يواجه الموت والحياة أحدهما الآخر في قتال عجيب، لكنّ الرّبّ يسوع الآن حيٌّ إلى الأبد (راجع النّشيد الفصحي) ويغرس فينا الحقيقة بأنّنا نحن أيضًا مدعوّون إلى أن نشارك في الحياة التي لا تعرف نهاية، والتي لن نسمع فيها بعد الآن صدام الأسلحة وأصداء الموت. لنوكل أنفسنا إليه تعالى، هو وحده يستطيع أن يجعل كلّ شيء جديدًا (راجع رؤيا يوحنّا 21، 5)!
عيد قيامة مجيدة للجميع!
© Bollettino Santa Sede - 20 aprile 2025