Davanti ad un senso di inevitabile vuoto dovuto alla mancanza di una figura così importante come quella di un pontefice, di Papa Francesco, noi che abbiamo ricevuto il dono della Fede, che è virtù teologale, cioè dono di Dio, anzitutto, siamo chiamati a viverlo senza compensare l'angoscia abbandonica con surrogati mistificatori, manipolatori e maldestramente compensativi, ma, con Maria, ad immetterci in una rinnovata fiducia in Dio. E ben prepararci al dono del successore di Pietro che viene, pregando di vero cuore per chi è in un beato transito.
Il mondo (e la carne) non conosce, né potrebbe, questa salutare dinamica radicata nella Speranza e, specie in ambito giornalistico, si creano pruriti su pruriti, scoop su scoop. Interviste maldestre che purtroppo non sempre vengono smarcate adeguatamente da prelati eminenti. L'oscillare tra agiografia e critica scomposta non è certo un buon segno.
Anche perché alcuni desiderano mantenersi il posto in eventuali cambi di "vento". Sempre in piedi, sempre necessari, sempre coinvolti.
Così in ambito formativo. Fioriscono in questi giorni nel febbricitare umanissimo del Conclave, analisi ritenute necessarie, come se l'elezione del prossimo pontefice dipendesse così tanto da noi che ci si immette in atteggiamenti al limite dello sciacallaggio durante un beato transito. Eppure c'è un modo chiaro, fermo e nel contempo delicato nel proporre contenuti di analisi che siano rispettosi di questo momento. La Carità genera questa fantasia orchestrale perché si radica nella Fede e nella Speranza.
Purtroppo la maleducazione e l'ineducazione è tanta, specie nei siti dedicati. La virilità nella Fede cede il passo al fremito adolescenziale.
Stare in silenzio e pregare e, al massimo, fare analisi per principi, con chiarezza ma ad edificazione di tutti e non a sciacallaggio di chi vive un transito, non solo è doveroso ma è segno di maturità nella Fede; specie in quest'ora. L'ora del rispetto del dono ricevuto, di cui essere grati e debitori.
Pare che il sabato santo, appena vissuto, e le sue logiche mariane ci abbiano insegnato assai poco e che la nostra impermeabilità sia molto più simile a Gen. 11 piuttosto che al richiamo di Cristo: "Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?»." (Mc. 4,40).
Rischiando di rendere vana anche la nostra Fede nella Resurrezione e di misconoscere, come Giuda di Keriot, la Persona di Cristo e la logica del Dio del terzo giorno che, in Verità, tutto sostiene.
Paul Freeman