Sembra che la strategia dell’Associazione Luca Coscioni stia per raggiungere il proprio ultimo fine. Finora, i casi a cui aveva dato risalto nella sua battaglia per la legalizzazione di eutanasia e suicidio assistito, riguardavano persone che possedevano i requisiti stabiliti dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 242/2019 ma che allo stesso tempo avevano quella minima autonomia per potersi auto-somministrare il farmaco letale messo a loro disposizione. In questi casi, dunque, era il malato stesso ad uccidersi, motivo per cui tale atto si configurava effettivamente come un suicidio (l’atto finale che provocava la morte era eseguito dal paziente stesso) assistito (i mezzi venivano procurati al malato da terzi) e la sentenza verteva sulla legittimità costituzionale dell’art. 580 del Codice penale per escludere proprio la punibilità di chi agevola l’esecuzione del suicidio.
Leggi su Corrispondenzaromana.it